Nel 1944, il futuro Fra Modestino andò a San Giovanni Rotondo e si trattenne per due settimane con Padre Pio.
Gli confidò che, durante il suo servizio militare a Roma, spesso si era recato a pregare nella chiesa di Santa Francesca Romana, dove era maturata un’antica vocazione religiosa e aveva deciso di entrare in una comunità benedettina della capitale. Padre Pio gli rispose che il Signore non lo chiamava a servirlo nell’Ordine dei Benedettini, e di fronte all’insistenza del giovane pietrelcinese, gli disse: “Se tu vuoi andare a Roma, vai. Però ti è stata riservata una bruttissima sciagura”.
Tre anni dopo, infatti, quell’abbazia fu presa d’assalto da alcuni giovani rapinatori che entrarono dalla finestra e, per impossessarsi di 15 mila lire, pugnalarono a morte l’abate sotto gli occhi del fratello laico e lasciarono quest’ultimo legato e imbavagliato.
Quando gi unsero i soccorsi era già morto soffocato. “Quella sorte – raccontava Fra Modestino – era riservata a me”.
Quindi Padre Pio gli ordinò di tornare al suo paese, prendere un po’ di biancheria e trasferirsi per un po’ di tempo a San Giovanni Rotondo. Egli ci rimase un anno intero. Così ebbe la possibilità di conoscere l’intimo rapporto che legava il Frate al Signore e decise di diventare anche lui cappuccino. Sul momento Padre Pio accolse la notizia con un’esortazione: “Paesano, non mi far fare brutta figura!”.